sabato 2 aprile 2016

Diario politico 10 (Competenze)


Toccherà ancora pestare qualche piede amico, purtroppo. Ma... se non ora, quando?
L’altro ieri è stata presentata la lista “Benevento Popolare”. A battezzarla il sottosegretario alla Difesa del Governo Renzi, Gioacchino Alfano, Popolo della Libertà approdato al NCD dell’altro Alfano.
Vorrei soffermarvi su tre delle figure presenti a sostegno della candidatura di Raffaele Del Vecchio.
La prima è quella di Gianvito Bello. Nato alla politica nel Partito socialista craxiano, assessore all’ambiente e alle politiche energetiche nella giunta Provinciale di centrosinistra (lo si ricorda per il progetto di “Bike Sharing” da lui promosso, abbandonato poi al suo destino per responsabilità tutte da verificare). Nessuna esitazione a tornare sotto l’ala protettrice del suo ex mentore, Umberto Del Basso De Caro, cui negli anni non ha mai lesinato critiche feroci, mal tollerandone l’esercizio “feudale” del potere sul suo territorio (politico).
La seconda figura è quella di Gennaro Santamaria. DC, nel 2001 candidato Sindaco con Democrazia Europea (la meteora politica di Sergio D’Antoni), con una clamorosa decisione presa in splendida solitudine, si schiera al ballottaggio con Sandro D’Alessandro. Verrà ricompensato con un Assessorato nella giunta di centrodestra. Politico a tempo pieno, diventa punto di riferimento dell’UDC locale, nel 2015 ottiene l’incarico di capo segreteria del Ministero dell’Ambiente.
La terza figura è quella di Roberto Capezzone. Rimando ancora una volta a quanto rispostogli dal Movimento 5 Stelle, esaustivo. Voglio solo ricordare agli smemorati che nel 2000 presenziava alla messa per Mussolini celebrata nella Chiesa di San Donato. Ora è in una coalizione la cui eminenza, non troppo grigia, è uomo dei "poteri forti"...
Per il resto, la storia che coinvolge proprio Umberto Del Basso De Caro e Nunzia De Girolamo, quando lui era il coordinatore del PDL, la dice lunga sul personaggio.
Ebbene alla presenza di questi tre politici di lunga professione, Alfano ha detto: «Il Movimento 5 Stelle non può governare. Sono senza esperienza e in un territorio vulnerabile come Benevento potrebbe diventare addirittura pericoloso [...] Il riferimento al territorio per il Movimento è stata posto in relazione alla gestione dell'emergenza creata dall’alluvione: secondo il sottosegretario i grillini non hanno esponenti pronti ed attrezzati per avviare la ricostruzione».
Siamo lusingati di meritare tanta attenzione. Vuol dire che c’è timore nel Palazzo per la nostra presenza. Quali armi allora utilizzare? L’unica, già spuntata: la mancanza di esperienza. Sarebbe interessante fare un bilancio delle “esperienze” di questi politici di professione. 
Questo mi sento di rispondere a Bello, Santamaria e Capezzone, che immagino sottoscrivano le parole di Alfano. Al loro esempio si contrappone un’altra figura possibile di politico, una figura “impolitica” se mi permette il gioco di parole. Essi restano come “scorie” non smaltibili nella società, cercando affannosamente un nuovo incarico, una nuova collocazione. Il politico di nuova generazione, dopo aver svolto alcuni anni di “servizio civile”, dovrà dissolversi nella società civile da cui proveniva. Egli non pratica la politica per opportunismo né è incline al compromesso. È inutile girarci intorno: se non cambiano le pratiche della politica nessun programma di governo potrà salvare questa città e questo paese.
Alfano ha evocato, maldestramente, l’alluvione. 
Per altro, ricordo che almeno Fausto Pepe la faccia ce la mise, Raffaele Del Vecchio si fece invisibile. Ma la parola magica, quella che cementa le persone presenti alla presentazione è... ricostruzione! D’altronde, la seconda Giunta Pepe/Del Vecchio aveva un solo obiettivo, a rileggere il programma: costruire, consumare territorio.
Ieri sera, nel bel Concerto a 5 Stelle, è stato detto che il M5S valorizzerà merito e competenze. Questo significa che nessuno di noi si illude di avere la bacchetta magica per risolvere questioni complesse (dal debito di bilancio ai danni dell’alluvione, dalla crisi del commercio alla desertificazione culturale). Abbiamo con noi, però, una città stanca dei politici di professione, piena di talento inutilizzato, di competenze lasciate languire, che aspettano solo un’occasione per diventare impegno civico. La rivoluzione “gentile” di giugno sarà questa occasione. 

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