sabato 9 aprile 2016

Diario politico 12 (Ragazzo, dovrai portare quel peso...)

«Paura, eh?» avrebbe detto Fabio De Luigi imitando Lucarelli. 
Niente potrebbe spiegare meglio l’accordo raggiunto in extremis tra i “lealpepisti” e Raffaele Del Vecchio. Dopo un lungo braccio di ferro, che faceva presagire la rottura, e il rischio concreto di una emorragia di voti per il centro-sinistra, Umberto Del Basso De Caro ha dovuto cedere alle richieste della famiglia Del Vecchio. Lui è sicuramente lo sconfitto di questa prova di forza. La vicenda, nella campagna elettorale, ha un enorme risvolto.
Raffaele Del Vecchio ha avviato la sua campagna elettorale sottolineando la discontinuità con la Giunta Pepe, di cui peraltro è ancora Vicesindaco. La cosa solo a Benevento non appare surreale e strampalata.
Le parole suscitarono l’irritazione del Sindaco. Da allora il braccio di ferro (quello visibile: lista autonoma sì, lista autonoma no; quello invisibile ai più: numero di assessorati e poltrone “pesanti”).
La novità qual è, dunque? Che la campagna elettorale impostata sul “nuovo inizio” (lo slogan «si parte») va ripensata dalle fondamenta comunicative. 

Come è possibile ora convincere i beneventani della novità della proposta politica di Del Vecchio? 

Non sarà possibile una campagna elettorale in cui Del Vecchio parli solo del futuro e Pepe gli faccia il controcanto elogiando se stesso e il suo lavoro. Siamo in prossimità di un cortocircuito destinato a far deflagrare comunque il centrosinistra. Il decennio alle spalle va rivendicato tutto intero, proseguendo un percorso già consolidato? Benissimo! Allora Del Vecchio deve rispondere:
a)  della crisi economica cittadina rispetto a cui lui e la giunta Pepe non hanno messo in campo nessuna strategia;
b)  dell'aumento vertiginoso del debito del Comune;
c)  della surreale vicenda della mensa
d) del fallimento dell’AMTS;
e)  della ricchezza archeologico-culturale mai valorizzata adeguatamente;
f) del degrado di molte zone della città, la cui spia più evidente è la sporcizia diffusa, riconosciuta addirittura dal Sindaco nella conferenza di fine anno.
Da ora in poi sarà possibile parlare dei diarchi Del Vecchio/Pepe.

Certo, l’alternativa per molti beneventani sarebbe l’“usato sicuro”. Ma per esso propongo la rottamazione. Clemente Mastella è solo chiacchiere e distintivi (per altro discutibili).
Il nuovo, è inutile dirlo, c’è. Si chiama MoVimento Cinque Stelle. 
La rivoluzione "gentile" in cammino riguarderà donne e uomini, metodi, pratiche, idee, coniugando corretta gestione dell’esistente e progettazione di un’altra Benevento possibile per i nostri figli:
a) che valorizzi le proprie potenzialità economiche (soprattutto nell’agroalimentare);
b) che abbia casse in ordine:
c) che faccia mangiare bene i propri bambini;
d) che gestisca correttamente le partecipate senza ridurle a strutture clientelari;
e) che valorizzi le proprie ricchezze archeologiche e culturali;
f) che garantisca ai propri cittadini un minimo di decoro urbano.
Quale il nostro motto?
 

P.S.
La canzone dei Beatles da cui abbiamo ripreso la didascalia dell’immagine in cui il giovane Del Vecchio è costretto a scalare con il monte Benevento con il macigno Pepe è seguita, in Abbey Road da... The endRagazzo, dovrai portare quel peso!

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