giovedì 1 marzo 2018

La rivoluzione gentile 28 (I candidati al Senato per l'uninominale)



Con le stesse premesse del pezzo precedente, dedicato ai candidati all’uninominale alla Camera, presenterò brevemente i candidati all’uninominale al Senato che riguardano il Sannio.
Il Centrosinistra schiera Giulia Abbate, figlia di un giudice di Airola, candidato per L'Ulivo, entrato in Parlamento nel 1994. Tale eredità viene rivendicata: «La storica vittoria di mio padre, Michele Abbate, candidato per l’Ulivo, contro Clemente Mastella, che correva per il Polo della Libertà, è di buon auspicio per la mia difficile sfida in un collegio molto più vasto». Avvocato con ottimi studi ed esperienze professionali alle spalle, diventa consigliera regionale, in sostituzione di Umberto Del Basso De Caro quando questi approdò in Parlamento (2013). Nel 2015 non fu rieletta, perché il ras del PD sannita indirizzò il suo appoggio in direzione Torrecuso (Erasmo Mortaruolo). La Abbate è considerata una “deluchiana”: «Credo che nella scelta abbia contato moltissimo la mia amicizia col governatore Vincenzo De Luca». In quanto tale, scrivono di lei, ha ricevuto «la nomina a presidente del comitato della Soresa, che non è cosa da niente, perché è l'ufficio centrale degli acquisti di beni e servizi di tutta la sanità della Regione Campania». Insomma ci troviamo di fronte ad una “figlia d’arte”, una politica “di professione”. La logica è quella della “spartizione” correntizia. Se Del Basso De Caro fa correre un suo uomo al Senato, De Luca impone una persona di sua fiducia.
Il Centrodestra schiera Sandra Lonardo (in Mastella), che non avrebbe bisogno di presentazioni. Cresciuta negli USA, sposata dal 1975 con Clemente Mastella, si lancia in politica con l’Ulivo nel 2001, senza venire eletta per il Parlamento. Dal 2005 al 2010 è Presidente del Consiglio regionale guidato dal centrosinistra. Nel 2008, intanto, era esplosa la bufera giudiziaria che aveva coinvolto i vertici UDEUR (e la stessa Lonardo). Nelle elezioni regionali 2010 gli UDEUR-Popolari si pongono in Campania a sostegno del candidato di centrodestra Stefano Caldoro, e Sandra Lonardo è eletta tra i consiglieri regionali nella circoscrizione di Benevento. Nominata nel 2014 vice-coordinatrice campana di Forza Italia con delega al rapporto con i Club Forza Silvio, nel 2015 si ricandida sempre a sostegno di Caldoro ma, inserita nella lista degli impresentabili dalla Commissione Parlamentare Antimafia per le accuse dell'inchiesta del 2008 sulla sanità campana, prende 10.000 voti nella circoscrizione di Benevento, giungendo prima, ma non venendo rieletta. Si dedica dunque all’artigianato dolciario, mentre il marito viene eletto Sindaco di Benevento nel 2016. 
Grazie ad un’operazione ordita dal marito tanto geniale quanto spregiudicata, in sinergia con il cerchio magico berlusconiano e pezzi di dirigenza forzitaliota campana, diventerà senatrice della Repubblica, in virtù della contemporanea candidatura al primo posto del plurinominale. La sua presenza nelle due “caselle” è, dunque, una prova di forza. I voti che prenderà serviranno a “misurarsi” con la povera Nunzia De Girolamo, tradita e abbandonata, che ha candidato alla Camera il suo uomo di fiducia, ex mastelliano di ferro, Fernando Errico. In sintesi: una perfetta rappresentante di una “casta” autoreferenziale, indifferente alla collocazione politica, restia a qualunque “fedeltà”.
Veniamo al M5S. Danila De Lucia è una giornalista, tra le più stimate in città (e che è stata per anni vittima di uno stalker poi scoperto). Ha maturato la sua esperienza all’interno del giornale del padre, «Messaggio d’oggi», divenendone poi lei stessa direttrice (fino alla chiusura, avvenuta nel 2016). Ha fondato una casa editrice (Edimedia). È stata addetto stampa dell’Azienda Rummo (Ospedale Civile) per 12 anni e ha partecipato a diverse edizioni di Città Spettacolo. Danila non ha mai fatto politica nella sua vita, come Angela Ianaro. Il suo più grande rammarico è che le figlie, per lavorare, siano state costrette ad “emigrare” nell’Italia del Nord.
Qui una serie di suoi interventi.

Entrambe le coalizioni sono rose da una lotta intestina tanto silenziosa quanto feroce: in ballo c’è la leadership sul territorio. Del Basso De Caro non ama la Abbate (e non si farà in quattro perché venga eletta). Mastella e la De Girolamo, dopo la breve pax amministrativa, sono di nuovo in guerra: l’uno non sosterrà Errico, l’altra non sosterrà la Lonardo.
«Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi».
Il 4 marzo il voto è polarizzato: da una parte ceto politico professionale, dall’altro attivismo + società civile.
Non so come andrà a finire. Quello che ho raccolto, girando per la città e per i paesi del Sannio, è un mix di stanchezza nei confronti della vecchia politica e di fiducia in un “nuovo” che appare anche competente, maturo per la sfida di governo.
Comunque andranno le cose, noi continueremo la nostra buona battaglia, memori di quanto scritto mirabilmente da Giuseppe Mazzini.




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